Progetto CSIS – Certificazione dei sistemi irrigui a scorrimento per la conservazione della risorsa idrica e degli ecosistemi correlati

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Fondo Lombardia Ambiente
Osservatorio Regionale Biodiversita

Panoramica

Tutela dei sistemi irrigui a gravità

Per tutelare i sistemi irrigui a gravità, tipici dell'area subalpina e parte preponderante del proprio comprensorio, ETVilloresi (in qualità di capofila) e il Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali dell'Università degli Studi di Milano (partner) hanno definito insieme il progetto CSIS - Certificazione dei sistemi irrigui a scorrimento finalizzato alla conservazione della risorsa idrica e degli ecosistemi correlati, cofinanziato extra bando da Fondazione Cariplo. Sin dal Medioevo, nell'attuale territorio lombardo, si è avuto un importante sviluppo delle reti irrigue grazie anche al contributo delle istituzioni religiose, tra cui l'ordine cistercense, che nel 1135 si insediò nell'abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano. Attraverso le marcite i cistercensi resero fertili e floride campagne prima acquitrinose, bonificando le paludi che occupavano buona parte della pianura. Nel tempo è poi venuto un fitto reticolo, che nei secoli si completerà con la realizzazione dei Navigli. I sistemi irrigui lombardi hanno garantito nel tempo un adeguato approvvigionamento idrico, consentendo produzioni agricole di pregio. Tutto questo proprio grazie allo sfruttamento della forza di gravità e all'erogazione, in virtù della capillare circolazione idrica, di una ricca varietà di servizi ecosistemici originati dalla rete dei canali. La ricarica della falda, essenziale per il proliferare delle numerose risorgive, che formano la fascia dei fontanili, è sempre stata così assicurata; le risaie in sommersione e i prati stabili irrigati a scorrimento hanno creato inoltre habitat ideali per la biodiversità. E' evidente che si tratta di un vero e proprio patrimonio da salvaguardare e incrementare, come da obiettivo del progetto CSIS, a fronte dei cambiamenti climatici in corso e dei loro effetti, sempre più impattanti sul territorio, dove la scarsa o troppa disponibilità idrica pregiudica una adeguata distribuzione rispetto alle effettive esigenze.

Durata del progetto

12 mesi + 12 mesi

Investimento del primo anno progetto

215.900 € (contributo Cariplo: 150.900 €)

Capofila

Consorzio Est Ticino Villoresi
Web: www.etvilloresi.it

Partner di progetto

Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali
Web: www.disaa.unimi.it

Evento di avvio del progetto

Venerdì 14 giugno, a partire dalle ore 11.00, ha avuto luogo a Cornaredo (MI), presso Cascina Baciocca, l'avvio ufficiale del progetto nel corso di un evento riservato al mondo agricolo.

Saluti istituzionali di Elena Jachia (Fondazione Cariplo), Alessandro Rota (ANBI Lombardia), Alessandro Folli (ETVilloresi). Sono intervenuti Valeria Chinaglia (ETVilloresi), Claudio Gandolfi (UniMi), Daniele Masseroni (UniMi), Riccardo Falco (FLA).

Descrizione

Il pianeta sta subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici in corso e l'agricoltura irrigua è uno dei settori produttivi più severamente influenzati dall'alterazione delle temperature e dei regimi di precipitazione che portano ad un aumento dei fenomeni siccitosi e ad una diminuzione della disponibilità della risorsa nei corpi idrici superficiali.

Un trend negativo si evidenzia soprattutto nell’Europa Mediterranea in modo coerente con l’aumento delle temperature e la diminuzione dei volumi delle precipitazioni annuali. Nello specifico le aree agricole dell’Europa mediterranea, maggiormente esposte ad una potenziale diminuzione della disponibilità idrica, sono quelle che storicamente sono state caratterizzate da abbondanza di acqua come, ad esempio, la Pianura Padana. In questi contesti prevalgono i sistemi e le pratiche irrigue gravitazionali, ovvero quelle pratiche tradizionali che sfruttano la forza di gravità per trasportare l’acqua sino ai singoli appezzamenti e per poi distribuirla su di essi, con consumi energetici irrisori se non nulli (e pertanto emissioni di CO2 azzerate).

In questi ambienti dove la circolazione dell’acqua avviene attraverso canali a pelo libero, dove le superfici di spagliamento costituiscono per buona parte dell’anno delle aree umide, notevoli sono i benefici ambientali caratterizzati da maggiore biodiversità floro-faunistica, da un rinforzamento delle connessioni ecologiche e da una significativa ricarica della falda.

Nello specifico in Regione Lombardia il metodo irriguo più comunemente utilizzato è quello a scorrimento, associato prevalentemente all’irrigazione del mais e dei prati. Questa tecnica, che si basa sull’espansione superficiale di grandi volumi d’acqua sugli appezzamenti coltivati, è attualmente inserita in contesti in cui è presente una crescente competizione per l’utilizzo delle risorse idriche e quindi una forte esigenza di incrementare l‘efficienza di distribuzione dell’acqua per soddisfare i fabbisogni idrici delle colture, garantendo al contempo la sostenibilità nell’utilizzo dell'acqua.

Il progetto CSIS intende definire uno standard di best practice basato su criteri oggettivi di natura idrologico-ambientale che possa essere applicato per certificare la qualità dei sistemi irrigui per espansione superficiale adottate a livello aziendale.

 

Si ipotizza che la Certificazione di Sostenibilità delle Irrigazioni Superficiali (CSIS) possa dare effetti favorevoli sia per l'agricoltura che per l'ambiente, innescando un sistema progressivo che a diversi livelli (da quello comprensoriale a quello regionale) consenta alle aziende, che adottano in modo virtuoso le tecniche tradizionali di irrigazione per espansione superficiale, una modernizzazione sia dal punto di vista infrastrutturale che gestionale, aumentando così l’efficienza d’uso della risorsa idrica. Gli obiettivi specifici del progetto sono pertanto:

  • stabilire delle best practice per condurre efficacemente e adeguatamente le irrigazioni per espansione superficiale sia dal punto di vista della loro programmazione che della loro attuazione;
  • valutare le ricadute delle best practice a livello ambientale in termini di risparmio della risorsa idrica e ampliamento delle zone di ricarica;
  • indagare l’influenza delle best practice sulla conservazione e/o miglioramento delle caratteristiche dei suoli e sull’incremento della qualità e/o quantità delle rese produttive;
  • valutare l’influenza delle best practice sulla capacità di assorbimento da parte dei suoli e delle colture sulle emissioni di gas serra dall'atmosfera quale contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Oltre agli aspetti specifici circa l’utilizzo della risorsa idrica, il progetto intende monitorare anche i microhabitat dei canali per garantire il mantenimento della biodiversità.

Le fasce di rispetto inerbite lungo i canali offrono adeguati indicatori per valutare gli ecosistemi tramite lo studio delle diverse specie animali che ospitano.

Il monitoraggio, già avviato e attuato dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA) in collaborazione con l'Osservatorio sulla biodiversità di Regione Lombardia, avviene grazie all'utilizzo di pitfall traps, trappole contenenti particolari attrattori (aceto e sale), collocate nel terreno ad una distanza prestabilita.

Per condividere l'avanzamento delle attività previste dal progetto con gli agricoltori e restituire i primi esiti del  lavoro svolto verranno organizzate tra ottobre e novembre 2024 una serie di incontri sul territorio.

Attenzione al monitoraggio ambientale

Se sei sul territorio e vedi il cartello a fianco ti trovi in area monitoraggio.

Per favore non manomettere i sistemi di monitoraggio e le trappole presenti sul terreno per non alterare i dati di studio.

Le trappole, controllate periodicamente, verranno disinnescate al termine delle attività ovvero entro la fine di ottobre 2024.

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